UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

NaRciSiSmo

Faccio parte di quel gruppo di persone che hanno la straordinaria capacità di essere contemporaneamente narcisiste e insicure.


Apro e chiudo l'indirizzo di questo blog solo per sentire lo scacciapensieri suonare.

Adoro la campanella :D
Ho perfino comprato un ciondolo da H&M perché fa lo stesso rumore.


Ora che si avvicina il ventiseiesimo compleanno concentrarsi un pò su se stessi è inevitabile.

***** StArTiNg To LikE ThE Way I aM ******

corridoio o finestrino?

Salgo sul treno e raggiungo il mio posto. Controllo come sempre se sono corridoio o finestrino, tentando di interpretare gli strani geroglifici che le FS hanno attaccato sopra i sedili. Il signore anziano con gli occhi chiari seduto accanto al finestrino nota preoccupato la mia indecisione e chiede: "corridoio o finestrino?" e io "48 è corridoio" , sedendomi sul sedile libero.
"Eh no, bisogna saperlo" fa lui, seccato, "è scritto sul biglietto, vede: 48, finestrino" . Io resto stupita ma non troppo perchè prendere un treno in Italia è sempre un'esperienza surreale, e dico "guardi che anche io ho il 48, corridoio". Lui comincia ad agitarsi e a guardare il biglietto con sempre più ansia. Do' un'occhiata anche io e faccio : "eh, no, guardi, ha sbagliato treno. Il suo è un IC". Dopo di che segue una concitata spiegazione che, incredibile ma vero, un eurostar e un intercity partono a 20 minuti di differenza, fanno la stessa tratta e passano per lo stesso binario. E siccome l'eurostar aveva fatto 15 minuti di ritardo, si era trovato lì al posto dell'IC.
Il signore, pallido, mi chiede "ma passano i controllori? io non prendo spesso il treno".
"Guardi, io lo prendo spesso ma non ho mai fatto una statistica ... ma credo che alla peggio le faranno pagare il supplemento".
Il signore tace, meditabondo. 5 secondi dopo entra il controllore nella carrozza e viene verso di noi.
"Biglietti prego". Il signore, rassegnato alla sfiga incombente, porge tremando il biglietto. Il controllore lo prende, lo sfoglia, lo guarda, lo riguarda. "48", fa. Poi oblitera e lo riporge al signore sbigottito. "E lei" e io: "posto 48". "Ah, sempre 48!", fa lui, e mi chiede la penultima del PNR.
"J", dico
"a posto" dice
e se ne va.
Io mi volto verso il signore e gli faccio l'occhiolino e un sorriso. Lui sembra incredulo, ma si vede che è contento.

- vita di condominio

Da un pò ho scoperto che uno dei miei vicini ha un canarino. E' un canarino maschio bellissimo, arancione brillante, che gorgheggia tutto il giorno, festeggiando il sole, l'aria e il vento. Svolazza nella sua gabbietta con grazia, come una fiammella evanescente.
Il pomeriggio mi faccio il caffè e lo prendo sul balconcino, in compagnia del canarino. Lo mettono fuori solo quando fa caldo, perciò questa abitudine è un regalo della primavera.
Oggi però c'è una novità. La gabbia si è allungata, ha messo su una mansarda. Un piccolo nido a forma di casetta riparato da occhi indiscreti. E nella gabbia il canarino non è più solo. C'è una canarina gialla che saltella con lui. L'hanno messa lì per fare la cova.
Quando ero bambina ne abbiamo messe a fare tante anche noi di cove. Ricordo il colore azzurro delle uova, e i pulcini tutti occhi e collo appena usciti. Ricordo l'armonia di quelle piccole gabbie e le strida, e i cambiamenti del piumaggio nel tempo.
Mi chiedo che colore avranno i nuovi canarini.

Oggi poi c'è vento di mare. Sono arrivati i gabbiani nel cielo d'ovatta.

- metro
Aspettavo la metro B. C'era tanta, tantissima gente accalcata. Ondate di turisti si spandevano dalla metro A e arrivavano a rivoli fino alla striscia gialla del binario.
Davanti a me una signora stringe sua figlia. Mi guarda, gli stivali marroni, i calzini grigi con il merletto, la minigonna marrone ricamata col pizzo che scivola oltre il trench blu. La signora è sconvolta. Stringe ancora di più sua figlia e la allontana da me.
Non che mi importi.
Ma voltandomi a destra c'è un'altra famiglia. Una mamma con due ragazze, tutte alte fino alla mia spalla. Mi guardano e mi sorridono, con un'approvazione quasi familiare. Sono giapponesi.

Per fortuna non ho sbagliato metro. Ma forse ho sbagliato continente.
O almeno lo ha fatto il mio look.



bLoG Di

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