UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

malinconica di fine estate

le persone corrono a guardare dai vetri la luce gialla e i soffioni dispersi sotto la pioggia scrosciante.

le rondini colte alla sprovvista si affannano a superare le nuvole dense di terra
si ci guarda tutti da lontano

SeLvagGiaMenTe


ora che le vacanze sono finite mi piace sfogliare in mente le istantanee di questa splendida estate.
Sulla pelle ho ancora qualche traccia di abbronzatura - a dimostrazione che anch'io ho la melanina nel corpo - ma sotto la doccia comincia a scivolar via, come le giornate, via via sempre più corte.
Ho visto un'alba, rapida e silenziosa, oltre le colline di Giovi. Era la mattina della mia prima esperienza subacquea. Ho guidato Pollau sulla salerno reggio calabria e poi lunga la statale 18 fino a san marco di castellabate, per raggiungere quell'acqua limpida, quel fondale rigoglioso e nuovo.
Anche dalla superficie si scorgono i piccoli orti di posidonia scura, e il muschio marrone che ricopre gli scogli a fior d'acqua. Le creste delle onde si rivestono all'improvviso di guizzi più scuri, i pesciolini che si avventurano fin sul pelo dell'acqua, accennando appena a quel mondo popoloso e onirico che si estende solo a un passo da me. Basta mettermi addosso la maschera e posso nuotare tra i pesciolini, scoprendo che non sono affatto piccoli e marroncini ma presentano allo sguardo una varietà infinita di forme e colori, un dinamismo allegro, socievole, accogliente. San marco è davvero un luogo stupendo.


Ci sono tornata altre volte, scoprendo un relitto sul fondo accanto al porto, una piccola barca affondata, ferita ormai già cictratizzata dal fondale del mare, salutando de grossi granchi rossi tondi come monete e con gli occhi piatti, quasi disegnati, e addirittura vedendo in volo, per la prima volta nella mia vita, un iridescente, coloratissimo Martin Pescatore.

Un momento memorabile di questa estate è stato il Volo dell'Angelo.
Messa insieme una banda sconsiderata di incoscienti come me (Giù, ilo, marina e federica)
abbiamo percorso 270 km in auto per farci appendere come salami e lanciarci da una vetta all'altra delle dolomiti lucane.
Al di là dell'adrenalina, che svuota la mente da qualunque pensiero - concentrando l'attenzione sui vuoti allo stomaco - questa esperienza insolita regala un'istante di pura libertà. A 120 km/h, correndo sotto la spinta della gravità su un panorama di rocce calcaree appuntine e vecchi paesi arroccati, è come viaggiare sulle ali del vento, come essere insetto o aria, nuvola o piaggia, in perfetto equilibrio col tutto.

Il divertimento assume forme strane. C'è gente che viaggia appostra per andarsi a far prendere a secchiate.
Sì, quest'anno la Chiena non me la sono persa, e ne sono entusiasta!!! Passeggiare per il corso del paese con l'acqua gelida del fiume in piena sui piedi e ingaggiare singolar tenzoni con spregiudicati turisti a suon di secchiate è una retrocessione diretta ai 5 anni di età.

quanta acqua che ho preso, i vestiti grondavano .... ma quanta gente ho innaffiato! Che meraviglia ... *.*

il menù di ieri

tra una stella cadente e l'altra, ho rifatto amicizia col cielo, scoprendolo a poco a poco con il mio meade lx90.

il cielo non è in bianco è nero, ma è coloratissimo e splendente

Albireo: una stella doppia costituisce l'occhio della costellazione del cigno, alta allo zenit. Il contrasto cromatico, invisibile a occhio nudo, risulta nitidissmo al telescopio




Doppio ammasso del Perseo. Abbiamo atteso un pò, ma alla fine è sorta anche la costellazione dell'eroe greco, figlio di Zeus e fondatore di Atene. Qualche stellina soltanto rivela quello che al telescopio si mostra come una vera città di stelle!
Alla fine della nottata, con gli occhi abbagliati dalla luce delle stelle, siamo anche riusciti a scorgere l'abitante celeste più lontano che si possa scorgere con i nostri occhi: la Galassia di Andromeda, appena un'opaca macchiolina di luce nel mio telescopio, ma se ci potessimo avvicinare apparirebbe immensa ...

Una spirale gigantesca a 2900 000 anni luce da noi che danza insieme alla nostra Via Lattea al centro del gruppo locale, la periferia di universo che abitiamo.

odore dell'estate che smuore


desiderare troppe cose e tutt'insieme

marittima

quando abbandoni il corpo all'integrità del tutto
accettando di essere
caduco e fragile
nel movimento eterno delle maree
riesci a vedere il mare,
a scorgere le venature più scure
che attraversano la superficie
come un vecchio tronco
segnato da troppe storie,
il gioco delle fiammelle
che lampeggiano sulle creste dell'onde,
quasi animate e vive
farfalle di fuoco
sul giglio perpetuo del mare.
Quasi puoi cogliere il suono
delle onde che danzano
vibrando
e mescolano l'acqua come
cuori pulsanti.
E accordi il respiro
a quello lento
e trasgnato
della massa
raccolta nello sguardo
e perdi il senso
dell'orizzonte
e l'anima effonde
nè potrà dimenticare
il canto
del mare.



In occasione di S. Filomena, 13 /08/09

bLoG Di

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