UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

e si fa sera ogni sera un pò prima

Le sfere gialle dei lampioni dietro i rami già spogli sfoltiti dal vento

la città già nuda oltre il buio della sera
e la sporcizia incollata sull'asfalato dagli scarti della pioggia
il mare trasformato in vago confine di nebbia
che sale fino alle cime delle colline
dove qualche faro lampeggia solitario
come luci di un presepe precoce

La radio è accesa e la strada fangosa
prende le sfumature di una sonata di schumann
l'odore di un altro settembre
di quando bambina ascoltavo
sdraiata sul letto dei miei genitori
i 5 soli canali della filodiffusione.

CiTtA'

Non oppone resistenza

Di nemmeno un colore

La città assediata

Nel grigio torpore

di muffa

Aspetta

- con le quattro finestre

spalancate alla ruggine

e le strade che la scavano tutta-

che cada la pioggia e la sciolga.



(LaU, 2004)

le delusioni che non hanno età

aRieTta SeTteMbRiNa

Ritornerà sul mare
la dolcezza dei venti
a schiuder le acque chiare
nel verde delle correnti.

Al porto sul veliero
di carrube l' estate
imbruna, resta nero
il cane delle sassate.

S' addorme la campagna
di limoni e d' arena
nel canto che si lagna
monotono di pena.

Così prossima al mondo
dei gracili segni,
tu riposi nel fondo
della dolcezza che spegni.

(A. Gatto)



seRaTa in ProVinCiA


Riunirsi nel chiostro di un vecchio convento, a legger poesie di un poeta autoctono, con musicisti locali e la voce di un Gran Nome: intrattenimento offerto da una piccola città di provincia.
Ma se il poeta è Alfonso Gatto, i musicisti sono Aldo Vigorito al contrabasso e Stefano Giuliano al sax, e sullo sfondo appaiono e scompaiono come illusioni i videodisegni fatti da due bravissimi ragazzi nell'angolo nascosto del chiostro, le serata si trasforma in un sogno, in un viaggio, in una trasfigurazione d'eterno.

Con il segno autentico della poesia, ogni parola - nelle piccole deliziose favole per bambini de Il Vaporetto - era precisa e netta, monda e perfetta, e cadeva, dalle profondità fantastiche del sogno, sull'anima tremula, come brina a vivificare la notte.

Non posso ridire quel barlume, quel lampo di veggenza, quella profondità ignota che le parole, la musica, le immagini in movimento hanno creato ieri, ma ricordo che avevo gli occhi umidi e il cuore ebbro.



AiRiS

ImPreSsiOni Di SetTemBrE


Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niene più mi somiglia,
nulla mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e vino
di questo vecchio sole settembrino
che splende nelle vigne saccheggiate.


(V. cardarelli)

SeaSonS Fight



caDuTe



non considero le mie vacanze complete se non trascorro almeno un giorno in montagna, noleggio un cavallo e mi lancio da qualche parte al galoppo.
Così, il 16 agosto, mia cugina Marina mi ha preso a bordo della sua mitica pegaut 306 blu notte e mi ha accompagnato fino alla vetta del Terminio.
Ovunque ci sia un pò di altura e qualche montagna c'è di sicuro un monte Terminio, un monte Terminale o ancora un Terminillo a segnare il traguardo delle vette.
Anche noi,qui, abbiamo il nostro, a cavallo tra Irpinia e Piceno, una guglia di roccia orlata di castagneti e pascoli.

Il cielo era di quel colore indefinibile che non lascia suggerimenti sul migliorare o peggiorare prossimo, mentre il vento fresco si ingrossava man mano che salivamo di quota. La strada si dipanava tra le ombre dei tronchi sottili e dei rami tesi, intervallata dalle mucche intente al placido pascolo. L'odore della terra si infilava tra i finestrini, rinvigorendoci.

All'arrivo eravamo ormai retrocesse allo stadio di creature tribali ...

Macchè. Con il tipico andamento urbano ci siamo avvicinati al maneggio, schivando le cacche delle mucche e i cani pieni di zecche. L'odore di letame e di sudore equino si mescolavano, rendendo il luogo una piacevolissima villeggiatura per mosche.
Dopo aver scambiato due parole con gli autoctoni muniti di tipico maglione di pile sporco, il nostro entusiasmo si stava ormai dileguando come il sole ...
Ma per fortuna eravamo determinate, e, scuciti i soldini, abbiamo noleggiato due bellissimi cavalli.
Marina cavalcava un sauro marrone, tarchiato ma ben fatto, con il muso scuro e una bella criniera fulva, dallo sguardo mansueto, mentre io ...
La mia cavalla era bianca, alta e con lunghe zampe magre, il crine grigio e un muso sottile, intelligente. Un bell'animale, davvero. E d'indole buona, mi assicuravano, veniva di solito utilizzata per far fare i giri di pista ai bimbi.

Ed eccoci lì, due impavide cavallerizze in sella ai loro destrieri, la guida davanti - personaggio piuttosto inquietante e taciturno con uno sguardo da serial killer - io tranquillamente al passo e infine marina, tutta intenta a non lasciare che il cavallo decidesse di fare uno spuntino con l'erba davanti ai suoi zoccoli.
Anche in luogo ameno, la passeggiata al passo di lumaca si fa noiosa, e così, di tanto in tanto, lasciavo un pò di briglie al mio cavallo, e lo incitavo a un trotto pacato.
La cavalla, all'inizio titubante, si lasciò prendere dalle mie intenzioni sportive e mi assecondò allegramente per qualche tratto. Le sembrava piuttosto insolito superare il cavallo di cui ogni giorno seguiva il sedere con adorante devozione, ma in fondo prima finiva quel giro in tondo prima tornava alla pista, e quindi al dolce riposo.

Quando raggiungevo un punto troppo lontano mi fermavo, giravo la cavalla e attendevo che il resto del gruppo mi raggiungesse (e nutrivo anche qualche preoccupazione sul lasciare troppo tempo marina sola in balia del serial killer e del cavallo).

Mi raggiunsero quindi sotto i rami sottili del bosco, dopo aver sfruttato un'aiuola di fieno per provare un trotto più sostenuto, e , felice di aver costruito un bel team con la mia cavallina, mi preparai a proseguire con marina e la guida verso il ritorno.
Ma la guida mi fa: " Se vuoi, puoi andare avanti e fare un pò di galoppo. Però fai attenzione".
Bè, l'attenzione la facevo, quindi superai la cugina e spronai, con qualche difficoltà - la stanchezza si faceva sentire - la cavalla al trotto.
Arrivai fino all'inizio della pista che conduceva alle stalle mi fermai.
La cavalla non si fermò. Si mise semplicemente al passo.
"Fermati e aspettiamo gli altri, dai" le dico.
"Non ci pensare proprio" dice, e avanza.
Tiro le briglie "Comando io, cara".
Tira il muso e chiede le briglie "Ma io sono più forte", dice.
" Davvero?" E mi riprendo con forza le briglie.
"Davvero sì", fa lei, e con uno scatto violentissimo del muso, mi fa sgusciare tra le mani sudate le briglie e se le prende tutte lei.
E' un attimo e lei sa che ora il potere è in mano sua. Ne approfitta.
C'è un solo modo per togliermi il potere del tutto: la cavalla comincia a correre.
Riesco a recuperare le briglie e comincio a tirarle, ma ormai lei ha capito che può superarmi, che può vincere, e io le resto solo un peso sul dorso, inutile.
A questo punto VUOLE LIBERARSI DI ME, si getta a un galoppo sfrenato verso il bosco...
Eccomi su un cavallo imbizzarrito lanciato al galoppo in una foresta che non conosco, e tutto può accadere: può incontrare un tronco e saltare, può trovare uno steccato e saltare, puù inciampare in una radice, può infilarsi sotto i rami ... ogni possibilità mi fa affacciare alla mente l'immagine della mia prossima cruente morte.
Ok, sono in posizione di svantaggio, lo ammetto, i piedi ormai scivolano dalle staffe, sono sbilanciata, nella corsa il mio cappello vola via.
Decido.
Lascio le briglie e aspetto che il movimento sussultorio della groppa mi scaraventi via.
Mi lascio cadere e cado, schiena, testa e fianco si scontrano con il terreno umido del bosco, da un metro e mezzo di altezza.

Poi, lentamente, mi sollevo e recupero il cappello.


Ok, sono stata fortunata, non mi è successo nulla ( a parte la visita noiosa al pronto soccorso con giro in carrozzella)... a volte gli ostacoli sembrano insormontabili, come un esame difficile, e in realtà non lo sono.
altre volte lo sono e allora può essere più giusto lasciarsi cadere.

ma quanto sono stanca?

bLoG Di

bLoG Di