UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

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KoReAn DrAmA -sì o no?

Anche se sono finalmente uscita dal tunnel delle soap asiatiche non ho potuto fare a meno di dare un'occhiata al mondo offerto dalle soap koreane - quelle che - tanto per dire - vengono saccheggiate dagli sceneggiatori pentiti di occhi del cuore in Boris.
Potete ben immaginare.

Ma vabbè, ognuno di noi ha un innato senso del tresh e quando si entra nel mondo vischioso e morboso delle soap vi assicuro che liberarsi e tornare alla vita all'aria aperta non è facile.

Dato che ormai è autunno conviene fare il punto della situazione e vedere cosa bolle in pentola.
Non mi sono presa la briga di andare a curiosare tra le prossime uscite  perchè, sapete com'è, devo studiare... ma posso recensire brevemente il prodotto di questi ultimi mesi.

Innanzitutto confermo la mia idea: le soap koreane sono fatte meglio dal punto di vista del badget, della trama e del realismo.
Ma secondo me perdono lo stesso il confronto con quelle taiwanesi perchè sono NOIOSE.

Per esempio è appena finito PlayfulKiss, l'adattamento koreano di ITAZURA NA KISS.
Il manga è bellissimo, l'anime splendido, le due serie taiwanesi con ariel ling e joe cheng  esilaranti...
ma PK proprio non l'ho retto, incredibile.
In ogni caso potete farvene un idea propria guardando tutta la serie qui con sottotitoli perfino in italiano.


Un'altra bella promessa finita in una amara delusione è Bad Guy, una soap basata sul desiderio di vendetta di un ragazzino adottato da una famiglia molto ricca e potente e poi abbandonato.
Intrigante il personaggio dell'eroina, una persona cinica ed egoista, al contrario delle solite biancaneve che proliferano di solito.
Avvincente l'inizio, recitato bene, senza i soliti clichè e con una regia innovativa  si perde a metà strada e si conclude al solito modo moraleggiante di tutte le soap koreane.
Anche in questo caso, potete vederlo qui.

Dalle recensioni lette in giro per i forum ho pensato che potesse essere degno di nota anche GOONG, tratto da un Manwa che ha avuto un successo strepitoso, ma devo dire che alla 5 puntata mi ero già annoiata a morte.
In ogni caso, se volete farvi un'idea, potete andare qui:
http://www.dramacrazy.net/korean-drama/goong-episode-1/85625

Forse il prodotto più significativo della stagione è Personal Taste, una commedia romantica degli equivoci, in cui una ragazza svampita e per nulla femminile si innamora di un architetto rampante e sciupafemmine.
La storia è deliziosa, anche se rindondante, con un'interessante sguardo dell'archittettura koreana tradizionale, all'arte e all'ecologia, e un interessante personaggio secondario omosessuale:
Personal Taste


Le uniche speranze di migliorare la stagione sono riposte in That Love Comes, l'ultima fatica di Joe Cheng ...

Vi farò sapere e, alla fine dell'anno, classifiche aggiornate :)

ulteriori romanticismi

Per rimanere nell'atmosfera inglese di quel tardo 1800, ecco un'altra dichiarazione d'amore, una delle poche nei romanzi della Austen in cui si sente la passione e il sentimento - forse perchè è nel romanzo più maturo, quello più vicino alla sua vicenda personale. Stavo riflettendo su quanto Jane Eyre sia simile alle eroine della Austen,le quali compensano spesso la scarsa ricchezza materiale con le doti umane. I 50 anni che separano queste due scrittrici sono sicuramente significativi, con le vicende turbolente che l'Europa sperimentava, ma c'è una continuità nella morale femminile che sorprende. Mi viene da sorridere, però, pensando a come la Austen avrebbe disprezzato i vezzi della Bronte, la tendenza della Natura a piegarsi all'immaginario,la necessità di accompagnare i moti dell'animo a quelli dell'universo intero. E ancor di più avrebbe deriso la necessità che in un castello diroccato vi fossero scale e accessi segreti, che celano ancora più orridi misteri! La Austen ha addirittura inviato una suo pupilla, una giovinetta senza troppa cultura e con la fresca bellezza delle contadine inglese, in una vecchia abbazia decadente, in cui le uniche tragiche vicende sono state quelle causate dalla sua fervida immaginazione.

Tornando alla dichiarazione, quella che voglio citare è tratta da Persuasione, il romanzo credo più completo, sensibile e delizioso della Austen.
Dopo 8 lunghi anni di separazione, due giovani che avevano sperimentato il profondo amore, la comunanza dei gusti, delle idee e l'affinità del carattere, si rincontrano. E ora che tutti gli ostacoli materiali sembrano essere superati c'è un ostacolo infinitamente più grande: il capitano Wenworth non riesce a perdonare Anne per averlo respinto quando le si era proposto, giovane, innamorato, e senza un soldo. Soprattutto non riesce ad accettare che la ragazza si sia fatta consigliare da tutti, fuorchè da lui, e abbia preferito la separazione a una sorte incerta, ma comune.
Dal canto suo Anne ha la certezza di aver agito per il meglio, dandogli la possibilità di conquistarsi la sua indipendenza. Ma è la sola consolazione a una vita di amarezze e umiliazioni in cui ogni speranza per il futuro viene accarezzata come mera illusione.
Eppure l'amore non tarderà a farsi riconoscere e a far cadere il velo di risentimento dallo sguardo dell'innamorato Cp WenWorth.

"Non posso più ascoltare in silenzio. Devo parlare usando i mezzi che ho a disposizione in questo momento. Lei strazia la mia anima. Provo a un tempo agonia e speranza. Non mi dica che è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti cono per sempre svaniti. Mi offro nuovamente a lei col cuore che è suo ancor più di quando lo ha quasi spezzato otto anni fa. Non osi più dire che gli uomini dimenticano prima delle donne, che l'amore di un uomo muore più rapidamente. Ho amato solo lei. posso essere stato ingiusto, debole, schiavo di risentimenti, ma mai incostante. Penso soltanto a lei, per le sola faccio progetti per l'avvenire. Non se n'è accorta? E' possibile che non abbia compreso i miei desideri? Quasi non riesco a sceivere: ogni istante sento qualcosa che mi soggioga. Lei crede veramente che gli uomini possano provare vero amore ed essere costanti. mi creda, in me questi sentimenti sono i più fervidi, i più inctrollabili.
Devo andare, incerto del mio destino: ma tornerò qui. Una parola, uno sguardo saranno sufficienti per decidere se entrerò nella casa di suo padre stasera o mai più.
FW"

Eccone una trasposizione televisiva, opera, come sempre, della BBC.



Spesso mi chiedo quale sia la motivazione profonda per cui corro a leggere e rileggere i libri della Austen, che ormai posso citare a memoria, quale sia la carta vincente di un romanticismo così scettico, freddo e misurato, che riesce a nutrire l'immaginario.

Credo che la straordinaria capacità della Austen non sia tanto la creazione di storie d'amore non proprio ostacolate ma nemmeno agevoli, ma la misura della distanza tra i protagonisti.
Gli individui restano tali, ognuno con la propria espressione, con la propria realtà, mentre l'intreccio produce un'accorciamento della distanza non fisica ma sentimentale, creando un'intimità tanto più emozionante.
E c'è molto da imparare da questa dolce, profonda, rispettosa intimità ...molto che faccia sognare :D

romanticismi

Questa notte ho scoperto che su youtube è possibile vedere interamente il film in bianco e nero di Jane Eyre del 1944 con il leggendario Orson Wells nei panni dell'ambiguo e fascinoso signor Rochster.
Dopo aver visto il film del 44 e le due serie BBC del 94 e del 2004 (strana questa ricorrenza del 4, in effetti), devo dire che la mia versione preferita resta quella di zeffirelli. Forse meno completa ma più fedele all'atmosfera del libro, se non alla trama. La versione di Wells, cupa e tetra, rende bene solo la parte vagamente thriller ma si perde sulle sfumature sentimentali, anche se lo sguardo di quel Signor Rochster ti penetra come dardi fiammeggianti.

Jane Eyre è un libro sorprendente, uno di quelli che mi piace leggere e rileggere, insieme ai romanzi di Jane Austen. Questi libri si presentano come dei romanzetti rosa, storie d'amore improbabili e patinate, ma a sfogliarli bene si ci trova l'intelligenza e lo spirito femminile di un secolo prettamente maschilista, soffocante e bigotto. Non c'è ansia di rivolta, e non potrebbe essercene, per la condizione femminile, ma c'è la capacità e il desiderio delle donne di non avvilirsi, di non lasciarsi sopraffare dalla fragilità, di agire sempre dirette dalla propria coscienza e da una solida mente per non meritare, prima di tutto, il disprezzo di sè. Ecco perchè Jane, per quanto bruttina e sprovvista di mezzi, trasfigurata dal suo spirito ardente, dalla sua volontà salda, da quella legge morale - non della società ma del proprio sentimento - diventa bella come un giglio e merita, in premio, la felicità.
Perchè lei, per dirla come la Bronte, "nella vita adempie al suo compito e non è di peso a nessuno"


Ecco una di quelle belle dichiarazioni romantiche che nutrono l'immaginario femminile e complicano la vita agli uomini. Una delle mie preferite :D



"L'Irlanda è molto distante, Jane, e mi addolora di far fare un simile viaggio alla mia piccola amica: ma che fare, se non ho trovato nulla di meglio? Non si è affezionata un pò a me, Jane?"
Non potei rispondere perchè il mio cuore era troppo angosciato.
"Perchè - egli riprese - qualche volta io provo per lei uno strano sentimento, specie quando mi è vicina, come ora. Mi par di avere nel cuore una corda invisibile legata strettamente, inestricabilmente a un'altra simile situata nella parte corrispondente del suo essere. E se un burrascoso braccio di mare e duemila miglia di terra ci separeranno, temo che questa corda che ci unisce si strappi e sento che, dentro, sanguinerei. Quanto a lei, mi dimenticherà.
"Non potrò mai, signore, lo sa ... Oh, vorrei non essere mai nata o di non essere mai venuta a Thornfield ..."
"Le duole tanto lasciarlo?"
"Sì, mi addolora di lasciare Thornfield: amo Thornfield, amo la vita piena e deliziosa che ho condotto qui. Non sono stata calpestata o condannata alla compagnia di spiriti inferiori ed esclusa con la possibilità di comunicare con ciò che c'è di bello e di elevato. Ho parlato faccia a faccia con una mente originale, vigorosa, aperta, con colui che venero: ho conosciuto lei Signor Rochster, e sono terrorizzata ed angosciata al pensiero di dover separarmi da lei, ma è necessario, ed è come vedere la necessità della morte!"
"Perchè è necessario?"
"Lei me l'ha detto"
"In che modo?"
"Nel modo della sua sposa, Blanche Ingragm, una dama nobile, ricca e bella."
"La mia sposa? Io non ho sposa!"
" Ma l'avrà."
"Sì, certo, l'avrò" - disse serrando i denti.
"E allora io devo andare, l'ha detto lei stesso"
"No, lei deve restare, lo giuro e rispetterò il giuramento"
"Le dico che devo andarmene, replicai, crede che possa rimanere non essendo nulla per lei? Crede che io sia un automa, incapace di sentire? Crede che perchè sono povera, oscura, piccola e brutta io non abbia nè anima nè cuore? Si sbaglia: io ho un'anima esattamente come lei e un cuore altrettanto ricco, e se fossi anche bella e danarosa le avrei reso difficile la separazione non meno di quanto lo è per me. Io non le sto parlando più come vogliono gli usi e le convenzione, e nemmeno come un essere mortale. E' il mio spirito che si rivolge al suo spirito, come se entrambi, dopo esser passati per la tomba, ci trovassimo ai piedi del Signore, uguali, come siamo."
"Come siamo! - ripetè il signor Rochster - così - aggiunse chiudendomi tra le braccia, stringendomi al petto, premendo le sue labbra sulle mie : così, Jane.
[..]
"Venga Jane, si avvicini.
"La sua fidanzata Blanche è in mezzo a noi"
Si alzò e con un passo mi raggiunse
"La mia fidanzata è qui, disse attirandomi a sè, perchè è lei la mia uguale, la mia simile, Jane. Vuole sposarmi? ... Dubita di me, Jane?"
"Sì"
"Non si fida?"
"Nemmeno l'ombra"
"Sono un bugiardo ai suoi occhi? Piccola scettica, deve convincersi. Forse che io amo Blanche? No, e lei lo sa. Blanche ama me? NO, come ho potuto accertarmi. Non voglio, non posso sposare la signorina Blanche! Ma lei, Jane, lei, strana creatura quasi ultraterrena ... l'amo come la mia stessa carne ... e povera, oscura, brutta e piccina com'è, la supplico di accettarmi per marito"
"Come, io?!" esclamai, cominciando a credere- specialmente di fronte a tanta impertinenza - che parlasse sul serio.


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