UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

DraMa CrAzY - convalescenza (1)

Tempo di conclusione per i miei cari drama on line. Arriva la primavera e bisogna occupare le giornate con qualcosa di perfino più utile (per esempio shopping) e cominciare a nutrire i sogni con il futuro.
Così, dopo aver speso qualche ora a guardare anche le proposte koreane, ora che AC è finito ed è uscito il film di Gokusen, non c'è nemmene Yamanade in broadcasting, sono pronta a dire qualche parola di commiato ... e ovviamente a fare una classifica!

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Innanzitutto confermo totalmente la mia opinione sui live action: i dramas tratti da manga sono decisamente i più belli! Sono divertenti, folli, interessanti e dinamici, con livelli di ridicolo paragonabili a Takeshi Castle - Hana Kimi ad esempio - o una grande capacità di riprodurre lo straordinario nell'ordinario - Itazura na kiss, su tutti.
Il fumetto occidentale è una rappresentazione stilizzata dell'uomo, un racconto accompagnato da immagini- basta pensare allo straordinario rigore di Pratt nel riprodurre le diverse caratteristiche antropologiche e i costumi dei popoli indigeni.
Il manga è un'ideale estetico. E' la persona reale che deve tendere a incarnare l'espressionismo del manga, e non viceversa. Insomma gli attori di un live action non recitano, si trasformano in esseri supremi e realizzano l'ideale estetico.
Ecco perchè, nonostante Boys before flowers, la versione coreana, sia indubbiamente quella fatta meglio e più credibile, c'è nella versione giapponese Hana Yori Dango, è con Jun Matsumoto nei panni dell'irascibile e viziatissimo protagonista, che si raggiunge il sublime.
Certo, bisogna avere la sensibilità sintonizzata nel modo giusto.

Ad esempio non bisogna cercare un romanticismo da commedie americane. Perfino nei drama di caratterizzazione romantica a volte manca il bacio finale conclusivo, l'happy ending di cui si ci nutre da anni . Il romanticismo giapponese va inteso in modo diverso.
"I taoisti narrano che nel grande principio del Non Principio, Spirito e Materia si affrontarono in una lotta mortale. Alla fine l'Imperatore del Sole trionfò sul demone dell'oscurità e della terra, ma questi, agonizzando, urtò con la testa il cielo, mandando in frantumi la celeste volta di giada. Le stelle persero i loro nidi, e la luna vagò senza meta nei deserti abissi della notte. Finchè dal mare d'oriente emerse la divina Niuka, dal capo munito di corna e dalla coda di drago. nella sua fucina magica essa saldò l'arcobaleno e ricucì il cielo della Cina. Ma Niuka scordò di saldare due sottili crepe nel firmamento azzurro, e fu così che ebbe inizio il dualismo dell'amore - due anime in moto nello spazio senza mai fermarsi finchè non si uniscono e rendono compiuto l'universo".

Il romanticismo giapponese è saldamente basato su questo concetto di unione spirituale, sull'idea che da qualche parte esiste , per ciascuno di noi, l'anima gemelle, the soulmate. Ma mentre la nostra eroina vaga disperatamente alla ricerca di questo personaggio, sulla scena ne compare un altro, l'antagonista. Una persona senza qualifiche, che, alla fine, trionfa. Perchè? Perchè è lì.

Ognuno di questi drama parla di sconfinata, disperata solitudine.
Spesso la solitudine è il risultato di una discriminazione - il fatto che non ci sia una morale etica ma piuttosto una morale estetica porta all'omologazione e al razzismo - sei discriminato perchè brutto, o perchè bello, perchè di razza mista, perchè povero, perchè troppo intelligente, perchè stupido, perchè donna ... . Insomma sei discriminato, e quindi emarginato, e vittima di bullismo.
Oppure metti su una bella maschera, diventi come tutti gli altri, e provi a sopravvivere.
Altre volte la solitudine è semplicemente una condizione esistenziale.

Ecco quindi che l'antieroe, quello completamente diverso dall'eroina, è presente, cura la sua solitudine, le sfila dolcemente la maschera e si prende cura delle sue contraddizioni.

Se dovessi dire qual è la differenza principale tra una soap americana o spagnola e uno giapponese, sarebbe che le soap giapponesi sono intimiste. Non c'è nulla che cambia fuori dai personaggi. Tutta la vicenda è interna.
Okakura sostiene che il lungo isolamento del Giappone dal resto del mondo ha prodotto un tipo di cultura introspettiva.
Ma a me non sembra. Nessuno dei personaggi è in grado di fare introspezione, anzi, è come se riflettere su se stessi sia un taboo, come il sesso. Ecco perché è indispensabile l'antieroe. Perchè è lui che svela l'eroina a se stessa, e viceversa. Sono i personaggi a offrire l'uno all'altro la possibilità di conoscersi.
Noi occidentali, figli dell'autoanalisi, del gnotis autòn, froeudiani e narcisisti facciamo l'opposto, cerchiamo in tutti i modi di svelarci, di raccontarci, di esprimerci.
Invece in una soap giapponese ogni personaggio è caratterizzato dalle cose. Da un modo di dire, da un taglio di capelli, da un portachiavi, da un vestito.
E' riposante lasciarsi descrivere dalle cose.

Calma, non sto certo dicendo che la cultura giapponese è la perfezione! Stiamo parlando di un paese in cui vige la pena di morte, in cui bisogna indossare una maschera per sopravvivere, in cui la competizione uccide, in cui la regola è la solitudine, in cui si scompare senza lasciare traccia ...
Però è bello scoprire qualcosa di nuovo. Il diverso è sempre una ricchezza.

E questo quadro è una visione personalissima, non pretendo certo di conoscere il Giappone perché ho visto qualche telefilm o letto qualche romanzo.

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bLoG Di

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