UnDeR the StarRy Sky

una finestra sospesa tra le nuvole e le stelle

CoSa ProDuCe La FeBbre :)

...

traballante ed effimera
come rugiada
un asma del pensiero
quest'anima vaga
membrana appannata
nel concerto
dell'Inutile.

Spazzatura.





E fuori intanto tripudio di rododendri e mille baci scarlatti della buconfillea in fiore, le campanelle carminio e l'aroma d'oriente del gelsomino fiorito a grappoli, le peonie pesanti sul gambo sottile, le bocche di leone svettanti e le rondini sopra ogni cielo.



ImMaGiNi Da Un AltRo TeMpO

La tenda bianca che ondeggia lentamente, gravida di acqua e lucida di sole.

Le donne spazzano i balconi indossando grembiuli a fiori.
Una voce barocca rimbalza tra le ombre.
Una ragazza di fronte stringe la sigaretta tra labbra amare.
Ali stese.
Una nuvola storta.
Una pagina lasciata aperta.

La vita ad asciugare,

incartapecorita.



VeNtIsEiAnNi

Cheescake, yukata, indiani, lamponi, geishe, francesi, magie, gatti neri, paella e soushi.


Il tempo che rallenta e il lusso di farsi descrivere dalle cose.

Asimov sul comodino e la copertina di Guida Galattica per Autostoppisti.

Curve di velocità radiale sulla scrivania.

Un acronimo al muro con le lettere del mio nome e le stelle.

Papaveri rossi sulle pareti. Papaveri rossi sopra le lampade.

Una lampada del reparto bambini.

Una borse e un biglietto a forma di borsa.

Il lime tagliato in pezzi. Il profumo di fragola.

Le note di libertango.

Il pigiama del piccolo principe.

Il peluche di pollo.

Lo champagne rimasto tappato.

Il profumo di primavera consegnato a domicilio.

Tullipani rosa e anemoni bianchi.

Tè bianco ai lamponi e more a cucchiaiate.

Il mondo riflesso in una sfera.

Un vaso nuovo.

Il respiro della sera, i miei disegnini sul muro.

Una stanza più bella di ieri.

Sorrido al cuscino.




il NovaNtaNoVeSimO PoSt

Roma mi offre il suo lato gentile, la luce morbida di un tramonto pacato, i pruni in fiore, le malvarose sotto la fermata dell'autubus, un autista che aspetta di farmi accomodare prima di partire, un signore che mi cede il posto. Un pò d'accoglienza per questa primavera improvvisa, con i merli appena nati che giocano nella piazza, e gli alberi nella mia finestra già carichi di foglie.

Esco a bere un tè verde al kiwi e gelsomino e trovo i canarini in flagranza di bacio. Il canarino arancione si impettisce e parte con la sua serenata più bella, e io ne rubo un gorgheggio anche per me.
Nel mio tempo limitato, mentre la mente si aggrava di troppi pensieri, lascio il mio sguardo nel vento, ai balconi bianchi e neri come tastiere di pianoforti rovesciati, ai gerani rigogliosi sulle ringhiere, ai panni stesi, alla luce che da grigia si accende e splende, oltre le nuvole.

"E’ un sogno che non so

sognare

Questa lacrima nera del nulla

Questa acqua che passa

E non bagna.

Come la lucertola

Di sole e sudore

L’ape

Di miele e colore.

Sto al mondo.

Più che vivere

essere.

Essere ancora."


(Da A quo moventur, LaU, 2005)


Non sono capace di altro.


E mentre si dispone la sera vezzeggio un'ansia che sa di solitudine...

con la voce di Jhonny Cash.







Quanto amo quest'uomo:

HaPpY EaStEr!!!!


Questa è un'immagine di una regione di formazione stellare della nostra galassia, una vera e propria fornace di stelle!

A pasqua si può aprire un uovo e trovare un pulcino o soffiare via una nebulosa e trovare una stella ...

... che ciascuno di voi trovi ciò che desidera e apra il proprio cuore alla gioia e alla rinascita della primavera!

GioChi DI PoeSia

Una volta per gioco ho provato a fare il verso ai versi,
rubando la forma a un poeta
come un cartamodello per fare nuovi vestiti
ho tirato fuori ternari imbizzarriti.

Che ve ne pare?


**************
originale:


Il pappagallo

La bestia ha le piume di tanti colori
che al sole rilucon cangiando.
Su quella finestra egli sta da cent’anni
guardando passare la gente.
Non parla e non canta.
La gente passando si ferma a guardarlo,
si ferma parlando fischiando e cantando,
ei guarda tacendo.
Lo chiama la gente,
ei guarda tacendo.


Mia: il pesce tropicale

La bestia ha le scaglie di tanti colori
che al vetro traspaion cangiando.
Nella vasca nuota già da cent'anni
muovendo le pinne distratto.
Ricorda il suo mare.
Un bimbo passando si ferma a guardarlo,
si ferma giocando spruzzando col dito.
Ei guarda, sperando:
nel mare dorato
fuggire guizzando.

originale: il parco umido

(la posterò appena ne trovo una copia)


Mia: la casa

La casa è in rovina, le mura cadenti,
cadenti i ricordi del tempo passato, passato, passato;
le mura coperte di muffa,
coperti dagli anni i ricordi,
avvolti di voci e colori.

Nè una via nè un sentiero alla casa conduce,
nè un segno di passi.
Soltanto si posson vedere gli insetti e le piante,
soltanto di questi le voci e i colori.

Altissimi ciuffi e fronde cascanti
ricopron la sola parete rimasta;
poi i fiori, fiori così tanti,
che avvolgon coi loro profumi
il sogno del tempo che è stato,
un sorriso una voce un color.
la casa ridente è tornata, un attimo solo,
un volo del cuore,
ma già cancellato dal tempo passato.

fra l'ombre, fra l'ombre silenti,
nel gioco dei raggi del sole,
soltanto una donna s'aggira pensosa,
con passo sognante, con sguardo languente.

S'aggira pensosa, in silenzio,
nell'ombre di casa campestre,
non vede l'erbaccia, le muffe i licheni,
la donna, vestita d'estate,
già scorgo il suo viso, in cuor la ravviso.

Originiali: A. Palazzeschi,

Mie: LaU 2005 (I quaderni della fantasia, Edizioni Guida, Salerno)


bLoG Di

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