Gabriele De Rosa non è stato solo il primo docente di Storia nelle università italiane, nè solo uno dei rettori dell'università di salerno, allora appena nata.
Nè è stato solo il relatore della tesi di laurea di mia madre, o il suo insegnante brillante che raccontava la storia come fosse un romanzo.
Non è necessario pescare uno dei suoi libri storiografici, basta anche un manuale del liceo. Ti accorgi subito che la sua visione della storia è ampia, profonda, radicalmente connessa alla vicenda umana.
Ha uno sguardo tagliente, socialista nel senso autentico della parola.
Mi ritengo fortunata ad essere stata una delle poche studentesse di terza liceo a completare il programma di storia del 900 fino alla crisi della banca d'italia, fino allo sfascio della democrazia cristiana. Fortunata a leggere la critica lucida (anche se forse partigiana) alla democrazia cristiana e alla figura di Alcide De Gaspari.
E' anche l'autore di quei riassunti puntuali, concettuali direi, che alla fine di ogni capitolo sui manuali delle scuole tecniche mi permettevano di fare un ripasso di 200 anni di storia in 5 minuti, senza perderne la chiave interpetrativa, le ripercussioni sociali, il risvolto economico...
Insomma era un uomo che sapeva dare volti umani ai personaggi storici e ispirare, anche solo attraverso dei libri di testo, la passione per la storia e la ricerca di quei grandi ideali che guidano i cambiamenti.
Addio, Gabriele.
0 commenti:
Posta un commento