Una volta per gioco ho provato a fare il verso ai versi,
rubando la forma a un poeta
come un cartamodello per fare nuovi vestiti
ho tirato fuori ternari imbizzarriti.
Che ve ne pare?
Il pappagallo
La bestia ha le piume di tanti colori
che al sole rilucon cangiando.
Su quella finestra egli sta da cent’anni
guardando passare la gente.
Non parla e non canta.
La gente passando si ferma a guardarlo,
si ferma parlando fischiando e cantando,
ei guarda tacendo.
Lo chiama la gente,
ei guarda tacendo.
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originale:
Il pappagallo
La bestia ha le piume di tanti colori
che al sole rilucon cangiando.
Su quella finestra egli sta da cent’anni
guardando passare la gente.
Non parla e non canta.
La gente passando si ferma a guardarlo,
si ferma parlando fischiando e cantando,
ei guarda tacendo.
Lo chiama la gente,
ei guarda tacendo.
Mia: il pesce tropicale
La bestia ha le scaglie di tanti colori
che al vetro traspaion cangiando.
Nella vasca nuota già da cent'anni
muovendo le pinne distratto.
Ricorda il suo mare.
Un bimbo passando si ferma a guardarlo,
si ferma giocando spruzzando col dito.
Ei guarda, sperando:
nel mare dorato
fuggire guizzando.
originale: il parco umido
(la posterò appena ne trovo una copia)
Mia: la casa
La casa è in rovina, le mura cadenti,
cadenti i ricordi del tempo passato, passato, passato;
le mura coperte di muffa,
coperti dagli anni i ricordi,
avvolti di voci e colori.
Nè una via nè un sentiero alla casa conduce,
nè un segno di passi.
Soltanto si posson vedere gli insetti e le piante,
soltanto di questi le voci e i colori.
Altissimi ciuffi e fronde cascanti
ricopron la sola parete rimasta;
poi i fiori, fiori così tanti,
che avvolgon coi loro profumi
il sogno del tempo che è stato,
un sorriso una voce un color.
la casa ridente è tornata, un attimo solo,
un volo del cuore,
ma già cancellato dal tempo passato.
fra l'ombre, fra l'ombre silenti,
nel gioco dei raggi del sole,
soltanto una donna s'aggira pensosa,
con passo sognante, con sguardo languente.
S'aggira pensosa, in silenzio,
nell'ombre di casa campestre,
non vede l'erbaccia, le muffe i licheni,
la donna, vestita d'estate,
già scorgo il suo viso, in cuor la ravviso.
Originiali: A. Palazzeschi,
Mie: LaU 2005 (I quaderni della fantasia, Edizioni Guida, Salerno)
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