"In origine il tè fu medicina, per poi trasformarsi in bevanda. Nella Cina dell'VIII secolo entrò a far parte del regno della poesia, come uno dei passatempi raffinati. Nel XV secolo il Giappone lo elevò a religione estetica: il tèismo.
Si tratta di un culto fondato sull'adorazione del bello, in contrapposizione alle miserie della vita quotidiana.
Il tèismo ispira purezza e armonia, il mistero della carità reciproca, il senso romantico dell'ordine sociale.
Fondamentalmente è un culto dell'Imperfetto, e al tempo stesso un fragile tentativo di realizzare qualcosa di possibile in quell'impossibile che è per noi la vita.
La filosofia del tè non è mero estetismo nella comune accezione del termine, perché esprime, insieme all'etica e alla religione, la nostra concezione dell'uomo e della natura.
E' igiene, in quanto costringe alla pulizia.
E' economia, in quanto mostra che il benessere va ricercato nelle cose semplici.
E' geometria morale, in quanto definisce il rapporto antico che c'è tra noi e l'universo.
E' democrazia, in quanto trasforma coloro che gli sono devoti in aristocratici del gusto
Certo si potrebbe dire che si sta facendo troppo rumore per nulla, ma se consideriamo in definitiva quanto sia piccola la coppa della gioia umana, come trabocchi subito di lacrime, e quanto sia facile berla fino in fondo alla nostra inestinguibile sete di infinito, non rimprovereremo noi stessi per aver attribuito così tanta importanza ad una tazza di tè ".
"Ho guardato lontano / non vi sono fiori /né foglie colorate./ Sulla riva del mare / c'è una capanna solitaria /nella luce fioca / di una sera d'autunno".
"K.Okakura, The book of tea, 1955"
1 commenti:
Dal momento che ringraziando l'uni la mia vita sociale è più moscia di quella di un eremita, che ne diresti di istituire un appuntamento a settimana da dedicare al tè?
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