quando abbandoni il corpo all'integrità del tutto
accettando di essere
caduco e fragile
nel movimento eterno delle maree
riesci a vedere il mare,
a scorgere le venature più scure
che attraversano la superficie
come un vecchio tronco
segnato da troppe storie,
il gioco delle fiammelle
che lampeggiano sulle creste dell'onde,
quasi animate e vive
farfalle di fuoco
sul giglio perpetuo del mare.
Quasi puoi cogliere il suono
delle onde che danzano
vibrando
e mescolano l'acqua come
cuori pulsanti.
E accordi il respiro
a quello lento
e trasgnato
della massa
raccolta nello sguardo
e perdi il senso
dell'orizzonte
e l'anima effonde
nè potrà dimenticare
il canto
del mare.
marittima
Pubblicato da
Laura
giovedì 13 agosto 2009
In occasione di S. Filomena, 13 /08/09
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